13/06/2013 - A pochi giorni dall’International Sky Race CARNIA, Alessandro Morassi, Atleta di Paluzza spiega le bellezze del tracciato
Paluzza 13 giugno 2013
Ormai mancano pochi giorni al via della sesta edizione della Sky Race organizzata dall’US Aldo Moro di Paluzza, domenica 16 giugno a Paluzza e precisamente dai laghetti di Timau oltre 300 atleti partiranno per affrontare 24,250 chilometri con oltre duemila metri di dislivello positivo. Oltre al tradizionale tracciato il Comitato Organizzatore ha predisposto un percorso più breve di 19,220 chilometri. Il percorso ridotto escluderà il passaggio per il Monte Floriz e per il Rifugio Marinelli.
Domenica saranno assegnati anche i titoli tricolore per le categorie Juniores (1995-1992).
Alessandro Morassi, atleta di casa, vive a Paluzza, dopo aver partecipato a tutte le edizioni quest’anno sarà ai Laghetti come spettatore a fare il tifo.
«Purtroppo - ha detto Morassi - dopo aver avuto qualche problemino sul finire della scorsa stagione, quest’anno non ho raggiunto ancora uno stato di forma decente, e correre una gara lunga e impegnativa come la Sky Race Carnia mi sembra un po’ esagerato. Meglio fare le cose con calma».
Qual’è la bellezza della Sky Race Carnia?
«Il percorso che US Aldo Moro ha disegnato lungo quei sentieri non poteva essere più azzeccato. Conosco molto bene quelle montagne e non c’erano luoghi più adatti. Ci sono passaggi bellissimi, dopo la prima parte che attraversa pascoli e malghe, si sale in vetta al Floriz. Anche il passaggio al Rifugio Marinelli per la gente del posto è molto sentito. Per me uno dei tratti più belli è in questa prima discesa dove si affronta una scaletta in mezzo alle rocce. Quando esci da questa strettoia sembra di vedere il paradiso. Inoltre l’attraversamento delle trincee sul finire della seconda salita è qualcosa di incredibile, non ho mai corso in gare che passano in luoghi così particolari».
Quali sono i punti fondamentali per vincere?
«Già nella prima salita ognuno scopre le proprie carte, e al passaggio del Passo Monte Croce i giochi sono abbastanza delineati, ma è nella seconda salita che bisogna fare attenzione. In questi anni ho visto anche gente molto forte soffrire di crampi in questa fase della gara, poi quando inizia la discesa verso il traguardo si riesce a recuperare. Le scalette in mezzo alle trincee sono veramente dure, ti aiuti con le mani e con i denti per salire più veloce!»
I tuoi consigli?
«Partire piano! Nei primi chilometri non bisogna partire troppo forte, altrimenti alla fine si paga il conto. Inoltre bisogna stare attenti al caldo, e io ne so qualcosa visto che la passata edizione mi sono fermato al passo Monte Croce proprio a causa della temperatura elevata. Quest’anno le previsioni sono migliori, però attenzione a idratarsi bene e aumentare il ritmo solo nella seconda salita».