06/09/2010 - BECCA DI NONA SKYRACE AD AOSTA - VINCE TADEI PIVK e 4^ PAOLA ROMANIN
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Il fuoriclasse Tadei Pivk del'Unione Sportiva Aldo Moro Paluzza - Segheria F.lli De Infanti, spezza a tempo di record l’egemonia dei Brunod alla Becca di Nona Skyrace, un dominio che durava ormai dalla prima edizione della manifestazione, onorata quest’anno dal nuovo record di partecipazione, con 233 atleti presentatisi al via domenica 5 settembre da piazza Chanoux ad Aosta.

Dopo i trionfi di Bruno Brunod nel 2002, 2003 e 2004, e di Dennis nel 2005, 2006, 2007, 2008 e 2009, è un concorrente friulano a imporsi nel nono atto della corsa in alta quota valdostana. Davvero splendido il duello che, nella 9ª Aosta-Charvensod-Becca di Nona-Plan Félinaz (30 km per 2562 metri di dislivello), il forte skyrunner di Paluzza ha saputo offrire insieme al beniamino di casa Dennis Brunod, senza dimenticare in campo rosa l’arrivo al fotofinish tra la super favorita valsesiana Emanuela Brizio e la bravissima piemontese Raffaella Miravalle, con la vittoria andata alla prima per soltanto 1”. Da non crederci!

-discesa

 

Partenza alle 9 in punto dalla centralissima piazza Chanoux di Aosta, con il ristretto gruppo dei favoriti per il successo finale che prendeva subito la testa della corsa. Le prime rampe di gara, poste immediatamente sotto l’abitato di Charvensod, venivano prese letteralmente di petto dal beniamino di casa Dennis Brunod, autentico uomo immagine di questa competizione, che con la sua azione si tirava dietro il forte friulano di Paluzza Tadei Pivk, leader indiscusso del Campionato italiano 2010 della specialità. Ai 1706 metri di Ponteilles, primo cancello orario, Brunod transitava in 48’20”, 6” in meno rispetto al tempo di passaggio fatto registrare un anno fa, con Pivk capace di tenere botta al forcing del valdostano pagando solamente 34”; terzo posto parziale di passaggio per il valtellinese Daniele Zerboni, attardato di 4’30”.

Da qui in avanti, andava in scena un vero e proprio duello d’altri tempi, davvero bellissimo, tra Brunod e Pivk, con il primo capace di guadagnare ulteriormente qualcosa nel tratto compreso tra i 2122 metri del Comboé e i 2609 metri del Gran Sex, per poi subìre il grande ritorno del friulano, giunto al Bivacco Federigo in passivo di soli 20” dal valdostano. Passaggio in vetta dello skyrunner di Châtillon che avveniva 1h53’45” dopo lo start, con Pivk capace di rosicchiare ancora qualche secondo, scollinando a soli 13”.

Il portacolori dell’Aldo Moro di Paluzza, però, si buttava immediatamente a capofitto nella lunga discesa di rientro, con Brunod quasi subito costretto a lasciare strada al grande antagonista di giornata. Alle loro spalle, relegati a debita distanza, lotta tutta valtellinese per il terzo gradino del podio tra Paolo Gotti e Zerboni.

Il longilineo Tadei Pivk, nonostante la strenua resistenza offerta da un generoso Dennis Brunod, riusciva a mantenere la testa fin sull’arrivo, tagliato nel nuovo record di 2h47’31”. A 42” di ritardo, davvero un’inezia per questo tipo di manifestazioni, ecco entrare nell’arena finale Brunod, in questa occasione battuto da un signor rivale. Terza piazza per il bergamasco dell’Altitude Paolo Gotti, a 11’55”, con Daniele Zerboni (4° a 14’48”) e lo splendido Giuliano Cavallo (5° a 18’31”) a chiudere la top five.

 

In campo femminile, dopo un inizio di corsa che faceva presagire il facile dominio della favoritissima valsesiana Emanuela Brizio, la leadership della competizione veniva assunta un po’ a sorpresa dalla piemontese Raffaella Miravalle, capace di conquistare i 3142 metri della punta in 2h24’59” per poi iniziare il lungo rientro verso Plan Félinaz. L’arrivo era letteralmente al cardiopalma, con la Brizio (3h29’13”) che riusciva ad accaparrarsi l’alloro allo sprint per soltanto 1” sulla rivale, con la catalana Núria Picas Albets a chiudere sul podio a 9’56”.

Al 4^ posto una tenacissima Paola Romanin dell’Aldo Moro Paluzza. Paola ha fatto di tutto per reggere il ritmo delle sue avversarie contenendo il distacco nel tratto in salita. Quando poi si pensava in un suo recupero nell’interminabile discesa, dove Paola è una delle migliori al mondo, un riacutizzarsi dell’infortunio alla caviglia l’ha frenata non poco.