05/11/2014 - LA STORIA INCONTRA LA STORIA DELL'ALDO MORO. SI RITROVANO DUE GRANDI CAMPIONI: DI CENTA GAETANO E DI BERNARDO LINO
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Venzone-Portis (UD) novembre 2014

Le grandi società sportive come l'ALDO MORO lo sono perchè è la storia che lo certifica.

 

Ne è testimonianza l'incontro avvenuto in questi giorni tra due grandi campioni del passato dell'Aldo Moro Paluzza.

Di Centa Gaetano e Di Bernardo Lino (entrambi classe 1927) si sono incontrati a casa di Lino dopo tanti anni.

 

Nel dopo guerra si conosciuti durante il servizio militare, anche loro grandissimi Alpini.

Negli anni '50-'60 hanno scritto assieme ed in singolo, belle e grandi storie della Corsa in Montagna dell'epoca (in verità parliamo ancora della vecchia denominazione: Marcia in Montagna).

 

L'incontro è stato cordialissimo grazie all'accoglienza della famiglia Di Bernardo. Assieme a Gaetano (Tane) hanno piacevolmente condiviso il momento, il Presidente dell'Aldo Moro Andrea Di Centa e l'accompagnatore e fotografo Nando Di Centa.

 

Il Presidente ha spiegato a Lino ed alla sua famiglia, quanto sia importante per la società sportiva di Paluzza il legame con il passato. Gli atleti che hanno fatto la storia, devono essere riconosciuti, apprezzati e ringraziati per quello che hanno dato in epoche difficili per la vita di ogni giorno e per la pratica sportiva in particolare. Esempi di virtù sportiva da evidenziare e sottolineare ai giovani atleti di oggi.

 

Per meglio inquadrare la figura di Lino Di Bernardo, in calce riproponiamo il capitolo del libro celebrativo dei 60 anni dell'Aldo Moro, edito nel 2006, dedicato proprio a Lino.

 

 

Lino Di Bernardo

n. 19.11.1927

…..i ricordi della Marcia in Montagna dei tempi andati ….

 

-Lino risiede a Portis, vicino Venzone, dove è nato e cresciuto. E’ della stessa classe di Gaetano Di Centa (Tane), con il quale ha gareggiato nei tempi che furono. Gli chiediamo come, all’epoca, si sia avvicinato alla “Aldo Moro”.

 

+Ho partecipato ad una gara a Moggio, nel 1951 o 52, al “Trofeo Tinivella” ed ho incontrato “Tane”. Noi eravamo già conoscenti perché avevamo fatto la “naia” assieme e mi chiese se volevo iscrivermi con la “Aldo Moro”. Ho accettato e sono andato a gareggiare con loro e da lì, ho fatto tutta la mia carriera da atleta, difendendo i colori di Paluzza per quindici anni.

 

-Che ricordi hai di quel periodo?

 

+Devo dire tutti belli, perché per me era un divertimento gareggiare.

 

-Quali erano i vostri punti di ritrovo, visto che eravate un po’ tutti sparpagliati per la Carnia?

 

+Per tanti anni ho avuto una lambretta e con questa andavo su a Paluzza. Mi ricordo, un giorno d’autunno, faceva tanto freddo ed io sono salito lo stesso prendendomi una bella gelata. Quel giorno poi, ho rischiato di perdere la gara. Da quella volta sono venuti a prendermi con la macchina.

 

-Hai praticato anche lo sci?

 

+Con gli sci non ho mai gareggiato perché sciavo a mio modo e nessuno mi ha mai insegnato bene lo stile. Comunque la mia passione per lo sci era fortissima.

 

-Ci puoi parlare delle gare a cui hai partecipato?

 

+Abbiamo cominciato a fare gare qua in zona, poi vi abbiamo partecipato anche a Brescia, Bergamo, Verona fin in Toscana; di quelle regionali, ricordo Moggio Udinese, Pontebba, Tarvisio, Forni di Sotto, Forni di Sopra, Forni Avoltri, Tarcento. A Comeglians è stata l’unica gara in cui ho dovuto ritirarmi perchè uno della nostra squadra (lo aveva allenato Gaetano) è “scoppiato”, non siamo riusciti più ad andare avanti e abbiamo dovuto ritirarci. Questa è stata proprio l’unica volta in cui mi sono ritirato in tanti anni.

 

-Con gli allenamenti, come eravate organizzati?

 

+Ci allenavamo assieme quando dovevamo vedere il percorso di gara della domenica appresso, però mi arrangiavo sempre da solo alla sera e la domenica, quando non c’erano gare.

 

-La gara che ricordi con più piacere e che ti ha regalato più soddisfazioni?

 

+La gara di Pontebba a staffetta, il “Trofeo Coradazzi”. In prima frazione è partito Rino Di Bernardo, in seconda Gaetano Di Centa ed io in terza. Gaetano si era perso e c’era l’accompagnatore Plazzotta Benito (Lupo) che bestemmiava perché avevamo quindici minuti di distacco dai primi. Ho chiesto a Lupo che cosa dovevo fare e lui mi ha risposto: “Vai se no ti ammazzo!”. A quel punto non ho più visto niente e ho corso al massimo, guadagnando dieci minuti. In quella occasione mi hanno dato la medaglia d’oro individuale perché avevo stabilito il miglior tempo della mia frazione. Anche se abbiamo perso quella gara, il mio recupero ci ha permesso di vincere comunque il Trofeo che era abbinato ad altre staffette in Regione.

 

-La specialità più adatta a te, qual era?

 

+Sicuramente la salita.

 

-Allora nel piano perdevi tutto quello che guadagnavi in salita?

 

+No, nel piano me la cavavo abbastanza, mentre in discesa ero scarso. In piano e in salita non avevo paura di nessuno.

 

-Che ricordi hai dell’amicizia che si è creata tra di voi, negli anni?

 

+Sicuramente un bel ricordo. Eravamo tutti assieme: prima, seconda, terza, quarta e quinta squadra, tutti uniti.

 

-Dovevi sacrificare il tuo lavoro per allenarti?

 

+No, io lavoravo tutto il giorno fino alle sette di sera e poi mi allenavo fin che veniva buio. Il mio posto preferito era un ghiaione, “gravar”, vicino a casa.

 

-A proposito degli allenamenti sui “gravars”, c’era qualcuno che sosteneva che fare allenamento lungo il greto del fiume rinforzava anche le caviglie. Che ne pensi?

 

+Oltre a rinforzare le caviglie serviva per la prontezza dei riflessi.

 

-Ci puoi raccontare di quando hai fatto il record allo Spinotti, nella famosa “Tre Rifugi”?

 

+Era una delle prime edizioni, nell’anno 1954. Tra l’altro è un’edizione che nell’albo d’oro della “Tre Rifugi” nemmeno c’è, mentre noi abbiamo anche le foto di quella gara. In squadra eravamo Sergio De Rivo in prima frazione, io in seconda a fare lo “Spinotti” e Gaetano a fare la discesa. In corsa c’erano una ventina di squadre e la gara era a cronometro, con partenza ad intervalli di un minuto. A noi è toccato di partire con il numero uno perché non ci eravamo iscritti il giorno prima. Nessuno di noi era mai stato a Collina e men che meno avevamo visionato il percorso. Mi sono incamminato da Collina per raggiungere il “Volaia” e non sapevo nemmeno dove andavo. Lì ho chiesto agli spettatori dove dovevo andare perchè non lo sapevo. Mi hanno detto: “Su di là, verso il sentiero Spinotti!” Quando arrivò Sergio partii come un fulmine. Il problema era che la notte prima mi avevano chiamato verso le due perché doveva partorire una mucca e nell’operazione mi ero preso una strappo alla coscia. Lungo il percorso di gara mi faceva male ma sono arrivato ugualmente in cima per primo, battendo anche il record.

 

-Altri ricordi di quel periodo?

 

+M ricordo bene della prima gara che ho fatto, mentre ero ancora soldato: il “Trofeo Silvano Buffa”. La squadra era composta da nove atleti e la gara era lunga 22km, con uno zaino di 10kg in spalla. Il percorso si snodava tra: Sella Nevea, Rifugio Gilberti, Sella Prevala, Monte Ursis, attraversata fino a Sella Grubia e ritorno. Durante gare normali non c’era mai ristoro, invece quel giorno sì; mi hanno cominciato più persone a offrire del tè e a un certo punto ho cominciato ad avere mal di pancia. Ho finito la gara come potevo e lungo il percorso ho anche aiutato un compagno che non ce la faceva più, prendendo il suo zaino e il suo fucile e quindi avevo 20 kg in totale sulla schiena: siamo arrivati sesti!

 

-Torniamo ai giorni nostri. Fai ancora dei giri in montagna o qualche camminata?

 

+Sì, faccio sempre movimento. Da qualche anno ho problemi all’anca, alla schiena e poi c’è il cuore che non batte più come una volta. Però ci vado ugualmente: piano, ma ci vado.

 

-Che idea hai dello sport, ti ha fatto bene?

 

+Mi ha fatto bene e se fossi ancora giovane correrei ancora di più, fino a fare uscire gli occhi dalle orbite. La passione c’è sempre stata e sempre ci sarà.

 

-Alla famiglia della “Aldo Moro” che messaggio vuoi lasciare?

 

+Io devo solo ringraziare tutti per quei magnifici quindici anni passati con loro.

 

-Chi erano, in particolare, i personaggi a cui eri pù legato?

 

+Sicuramente Benito Plazzotta (Lupo) e Gino Del Linz che sono stati i fondatori della società.

Foto di gruppo famiglia Di Bernardo Lino
Lino e Gaetano con al centro Di Centa Andrea
Di Bernardo Lino e Di Centa Gaetano